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Scrambler di un amico, in attesa del mio turno l’anno venturo. La capigliatura stile “cicorione” era un must di quegli anni, così come i jeans a pois autorealizzati con spugna tonda e varechina.
Immancabili le Superga da tennis bianche. La maglietta (scherzo del destino) è del circolo vela Gargnano (Bs) consegnatami al termine di un corso frequentato durante una vacanza sul Garda.
Foto 2 |
Foto 2: Finalmente una motoretta tutta mia!!!! Il superlativo Malanca Testa Rossa in versione 4 marce. Desiderato come il pane, fu comunque un ripiego poiché speravo di convincere mio papà a regalarmi la versione 5 marce con testa radiale, ma fui tradito dal concessionario Zambotti il quale si lasciò scappare che il motociclo poteva raggiungere l’improbabile velocità di 106 km/ora …potete immaginare i commenti dello sbalordito genitore, il quale si aspettava di acquistare una biciclettina a motore…
Come si vede l’abbigliamento è drammatico: guanti da sci color juventus, stivaloni finto carubba, eskimo da extraparlamentare “unipartito” casco jet Boeri sport e lunarissimi occhialoni da sci Baruffaldi .Questo significava avere 14 anni negli anni ’70.
Foto 3 |
Foto 3: Dopo il tristissimo furto del Malanca e ottenuta la patente”A” ecco arrivare una Benelli 125 due tempi bicilindrica, alla quale sostituii subito il manubrio. La motoretta consumava e fumava come una petroliera, anche le prestazioni non erano fantastiche ma il motore bicilindrico faceva tanto“motopesantista” , devo ammettere che colpiva le sedicenni.
Altre grandi icone dei seventies le klarkette color sabbia puntualmente macchiate d’olio e le prime camicie statunitensi coi bottoncini qui color cruciverba. Poco dopo esplose la moda delle camicie usate. Chi aveva voglia si recava ad acquistarle al mercato di Latina, altrimenti ci si poteva recare in una zona malfamata nei pressi della stazione Termini in un negozio/scantinato noto col nome
rassicurante di “da Nino er ladro”…
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Foto 4: Roma “12 febrero 1973”. Questa foto con dedica è storica ed ha una storia. Il 9 febbraio 1973 ebbi un brutto incidente in via Panama, ai Parioli. A causa di una congestione provocata da un pranzo abbondante e da un abbigliamento inadatto al freddo persi conoscenza durante la guida, andando a cozzare contro un’auto parcheggiata. In quei giorni si trovava a Roma l’ex statista argentino Juan Peròn. Mio padre, giornalista, aveva scritto un libro sull’uomo politico e ottenne facilmente un appuntamento per un’intervista. Peròn rimase colpito dalla figura brillante di mio padre, finendo cordialmente per interessarsi di tutta la famiglia. Venne fuori l’incidente di questo figlio scapestrato, irrequieto e malato a sangue per le moto, ricoverato in ospedale con qualche dente in meno. Così la foto mi venne dedicata con l’augurio di una pronta guarigione e con il consiglio di cambiare passione poiché lo stesso Peròn, in passato motociclista, aveva conosciuto le conseguenze di qualche volo.
Foto 5 |
Foto 5: la mitica vespa 125 tre marce del 1957. Riverniciata in un elegantissimo rosso amaranto e ruote crema aveva la stessa velocità sia in salita che in discesa. La frenata era aleatoria. La “L” sullo sportellino del carburatore stava per “lussuria”. Il budget non era enorme per cui dovetti attendere diversi mesi per avere la copertura della sella. Nel frattempo,ad ogni utilizzo, non riuscivo a scacciare dalla mente un antipatico motivetto da tifoseria calcisitica che si concludeva con le seguenti parole “ … tu c’avrai er culo a strisce…” (vedi molle…)
Sequenza: giunse il periodo dell’enduro, in cui grazie ad alcuni folli maestri ex crossisti scassati nel corpo e nella mente, venni iniziato al satanico piacere del controsterzo e della guida fuoristradistica.
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Nonostante le scandalose mutande celestine, l’XT partì al primo colpo.Magia nipponica.
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Foto 11: Fame eh?...le facce patibolari sono tutto un programma. Sosta a Varco Sabino da una anziana signora con barba e tette “a missile”, la quale serviva un ottimo prosciutto crudo e pane casereccio cotto a legna. Un grande e sospirato premio per gli arditi fuoristradisti. Anni dopo capitai in zona a bordo di una Fazer 1000 con tre borse e passeggera (proprietaria della moto). Non seppi resistere al richiamo e alla nostalgia per i miei più begli anni motociclistici, tuffandomi giù per una mulattiera piena di grosse pietre e alti gradoni fino al lago del Turano, tra le urla e le proteste di Caterina convinta di perdere la vita precipitando da qualche dirupo, o nel migliore dei casi di veder aperto il motore da qualche roccia affiorante. In effetti con le TT guidavamo in piedi e in posizione arretrata tra i sassi sparati dalle ruote posteriori che arrivavano da tutte le parti:per questo avevamo protetto i fari con un accessorio apposito in rete metallica e indossavamo sotto le maglie delle vere e proprie corazzette di plastica …
Foto 12 |
Foto12: Quel bastardo di Riccardone… Nonostante la stampella sorreggo la moto in equilibrio precario, nella necessità assoluta di una sosta. Approfittando dell’impossibilita’ di muovermi il fedifrago mi ha immortalato mentre lo insultavo a morte. Vai a fidarti degli amici…
Foto 13 |
Foto13: Motoalpinismo…chissà se riusciremo a proseguire o a tornare indietro? Intanto le rocce del gradino erano tutte segnate e colorate dai telai di chi ci aveva preceduto…
Foto 14 |
Foto14: in partenza per la lezione di equitazione a Manziana (Bracciano).Quando si dice “vivere il fuoristrada a 360°…Notare la papalina antiprurito e la mascherina, per proteggere le vie aeree nel caso di polvere negli sterrati in presenza di altre moto che precedono (per imparare ad arrangiarvi in simili casi vi consiglio la lettura del volume “lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”).
Foto 15 |
Foto 15: Alla scoperta della Corsica. Scandaloso il carico modello “strage autostradale in caso di rottura assai probabile del ragno”. Roba da Pleistocene in confronto alle belle, pratiche, sicure borse di oggi.
Foto 16 |
Foto 16: Un’immagine storica del Motosupposta: concessionaria Triumph in viale Mameli (Verona).
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