Chi siamo , cosa facciamo qui e dove andiamo , leggete qui per avere le risposte

In questi anni , uso e scopo del blog sono variati , al variare delle esigenze degli aderenti .
Inizialmente era una semplice bacheca dove postare i vari appuntamenti , poi con il contributo di alcuni , è andato via via arrichendosi di esperienze personali, racconti di viaggi e di improvvise sterzate date alle proprie passioni e alle proprie vite.
Crediamo che così sia diventato più interessante o comunque più partecipato. In ogni caso , per saperne di più sul blog e sul nome che ci siamo scelti, andate a leggervi il primo post del gennaio 2008. Ci potete arrivare comodamente dalla cronologia dei post, sulla colonna di destra.

Rimangono, anzi sono fondamentali, gli appuntamenti dei nostri incontri e le foto su picasa webalbum .

Se volete informazioni, o per brevi comunicazioni, usate il modulo di contatto.
Se invece volete inviare un racconto o un post,oppure una serie di immagini, usate il solito indirizzo che quasi tutti gli aderenti conoscono, vale a dire motosupposta@tiscali.it .

Anche l'aspetto grafico è cambiato , seguendo le esigenze visive di chi scrive . La nuova versione è decisamente più facile da leggere senza occhiali e , ma è una scusa , più semplice da usare con tablet e cellulari.

L'esortazione è sempre la solita : " Dateci dentro "...nel senso di non esitare a scrivere delle vostre esperienze e delle vostre passioni motociclistiche ( ma anche di quelle collaterali ).

Scrivete delle ferie in moto di questo e del secolo passato, di un fine settimana a due ruote o di quello che avreste voluto e non è stato. Scrivete di quanto sia unica la sensazione che questo mezzo arcaico ci regala ad ogni uscita, e di quanto " trasporto " abbiamo per tutto questo.



Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale aisensi della legge n 62 del 7/3/2001.

Prego, qualora si vogliano pubblicare parti di questo blog ( foto,testi o altro ) di citare la fonte . In caso contrario la pubblicazione non deve considerarsi autorizzata.

giovedì 1 maggio 2014

58° Elefantentreffen 2014, storia personale di un viaggio in sidecar tra cinque nazioni in pieno inverno: Italia,Svizzera,Austria,Germania, Repubblica Ceca .

Davvero con grandissimo ritardo  pubblico il testo e le foto inviate da Beppe relative al suo recente Elefanten .
Le vicende di vita spesso ( ma non è il caso di Beppe ) ci distraggono dalle passioni .
Non dovrebbe succedere , ma capita .
Basta , ogni tanto , ritornare.





Il mezzo che fece l'impresa



Difficile spiegare.
Difficilissimo descrivere.
Non sempre le parole riescono precisamente a tradurre i pensieri.
Il mio Elefantentreffen inizia dal Millevaches Auhtentic del dicembre2013.
Proprio in procinto di partire, durante le ultime operazioni di carico, mi salta fuori un’ernia discale. Dolori insopportabili, resistenti a tutte le terapie possibili, addirittura più forti di una frattura… Non vado oltre, annoierei chi legge.
Basti dire che l’ortopedico, la chinesiologa, e il medico di base (mia moglie) mi dicono di dimenticare per sempre le moto.





Potete immaginare il dispiacere? Sembra puerile, privo di denso, inadatto alla doverosa maturità di un quasi sessantenne.
Eppure è stato un dolore profondo. In un batter d’occhio si disintegrano i progetti, le aspettative, le atmosfere dei sogni…
Il significato che ciascuno da alla propria passione motociclistica/sidecaristica è probabilmente unico, non confrontabile, dipendente dalle diverse caratteristiche di ciascuno.
In fondo l’uomo è il risultato dell’incontro tra le proprie caratteristiche biologiche e le esperienze personali.
E’ questo che ci fa diversi. Per me andare in moto è molto importante.
Ancor di più perché si tratta dell’ultimo hobby all’aria aperta rimastomi e nella mia storia il più antico.
Quest’anno avevo in mente un "trittico": Millevaches, Elefantentreffen, Kristall Rally. All’improvviso tutto questo appare impossibile, sciocco, irraggiungibile. Il mio organismo sottoposto ad ogni tipo di attività ludica e sportiva, ora cede.
Devo accettare lo smacco. Guardo sconsolato il mio sidecar ancora carico e ben "spruzzato"per la partenza, acquistato proprio per questi progetti… Intanto continuo le terapie: bustino, magneto e tanta ginnastica posturale.
Miglioro giorno dopo giorno ma la risonanza parla chiaro, il danno c’è ed è permanente.
Intanto mi sento con Omar e altri amici dell’Ural Sidecar Club, mi incoraggiano e confortano.
Si arriva a ridosso del raduno tedesco mentre gradualmente riprendo coraggio, a casa se ne accorgono e cercano di dissuadermi mentre mi impegno allo spasimo per recuperare il più possibile.
Mi riprometto di decidere e chiamare Omar il lunedì 27 Gennaio, ma vengo anticipato la domenica sera. Rispondo:sono dei vostri! Parto con voi!

Nella tormenta

Devo rinunciare alla magia della tenda ma francamente mi sembra il male minore, ed eccomi all’appuntamento del mercoledì pomeriggio.
Via in autostrada verso Milano dove il buon Andrea generosamente ci ospita in casa sua. Arriviamo belli zuppi per la pioggia.
E zuppi ripartiamo il giovedì di buon mattino in direzione del passo Maloja, Svizzera. Abbandonate le terribili e lunghissime gallerie lombarde iniziamo a salire con un tempo sempre sfavorevole, la pioggia si trasforma in piccoli fiocchi bagnati, rendendo il ripido asfalto sempre più viscido.
Lungo il percorso verso il passo penso al mio egoismo : viaggiare in queste condizioni, praticamente seduto su una bomba ad orologeria col rischio di ritardare o addirittura compromettere il viaggio agli amici…Vengo piacevolmente distratto da questi pensieri che mi girano nel casco, osservando la tecnica di guida di Andrea il quale mi precede di poco.
E’ un piacere vederlo percorrere le curve destre sollevando dolcemente la ruota del carrozzino e altrettanto dolcemente riappoggiarla come in un valzer con la moto e la strada.
In questo modo riesce a mantenere un’andatura efficace e scorrevole, per me è un’ammirevole spettacolo di maestria.

Andare , comunque andare.

Tutto bene fino a Saint Moritz.
Anche Marco con la sua GS a due ruote arriva senza troppe difficoltà.
Ma proprio nel tratto cittadino tutto cambia. A terra un’ insidiosissima saponata composta da neve, sale, e fanghiglia rende a Marco un pessimo servizio sino all’inevitabile scivolone, fortunatamente senza gravi conseguenze per lui e la moto…ma…dal nulla compare la polizia… Marco viene costretto dagli agenti a parcheggiare la moto col divieto di proseguire.
Accettiamo la situazione senza perdere tempo in inutili discussioni.
Distribuiamo i bagagli tra tutti e fatto posto nel mio carrozzino, precedentemente ingombro di masserizie riprendiamo il viaggio.
Continuiamo dietro ad Andrea il quale ha previsto l’itinerario. Bellissimo.
Si entra in Austria e si percorre l’Alpenstrasse in una dimensione magica,invernale e fiabesca al contempo.
Mi accorgo allora di quanto sia efficace la mia moto acquistata in Germania, va proprio bene su qualsiasi terreno, soddisfazione al limite della felicità… Arriva la sera e ancora non sappiamo dove dormire… inizia la ricerca… dopo un tentativo infruttuoso troviamo una pensione adatta alle nostre esigenze, in una natura da sogno, al cospetto di belle montagne e vicino la strada innevata.
Però non ci danno la cena, ma in alternativa ci mettono a disposizione una sala attrezzata di tutto.
E’ l’apoteosi…il presidente si precipita a prendere le pignatte di fagioli al sugo precotti a casa… una bella scaldata non priva di un altrettanto bel rovesciamento sulla tovaglia (ma un bicchiere di vino offerto alla proprietaria ha reso l’incidente più simpatico)…, formaggi, salumi che ciascuno mette a disposizione, birra,vino… e salta fuori una cena fantastica allietata dallo spirito di tutti gli amici e dalla presenza delle due simpatiche mascotte al nostro seguito: Omar Basi e Isacco Milani.
Questi due davvero bravi ragazzi hanno destato l’ammirazione di tutti noi per l’entusiasmo dimostrato in tutta l’avventura, rendendo più fresca e giovanile l’atmosfera del viaggio.
Venerdì in serata arriviamo all’ingresso del raduno in tempi diversi a causa di una perdita di contatto tra noi: di sera basta una macchina che si mette in mezzo al gruppo e chi sta davanti non sa più niente degli altri, con gli specchietti abbagliati e il buio a rendere tutto più difficile…
Ma i cellulari se hanno batteria fanno miracoli!!! E così Marco ed io dopo aver perfezionato l’iscrizione al raduno raggiungiamo il gruppo a Tittling… tutto è bene ciò che finisce bene… ci trasferiamo per la cena in un ristorante dove troviamo altri amici ed il mitico Werner con la sua signora.
E’ una festa, la cena completa ed appetitosa costa 18 (!) euro, meno di una pizza in Italia… alla fine Marco ed io andiamo a nanna, la mia schiena chiede tregua, gli altri vanno al raduno.
Sabato mattina con Angelo Basi "Gatto", suo figlio Omar ed il buon Marco decidiamo per un’escursione in Repubblica Ceca, prima di recarci al raduno.



Escursione
La temperatura è quasi primaverile, si sta benissimo. La strada è molto bella ed innevata nei lunghi tratti in ombra.
Alle 15 rientriamo e stiamo insieme agli altri amici del club i quali ci hanno fatto trovare il campo montato con la mitica griglia in azione: via con polenta ,salamelle, salumi prodotti personalmente da nostri soci ed amici.

Sembrava di stare in un paradiso, anche perché non c’era tantissima gente, e la temperatura piuttosto mite.
Forse è stato il più bell’Elefantentreffen a cui ho partecipato.

Una faccia contenta , ovvero come scordarsi del mal di schiena

Bene , domenica si parte presto. Il rientro a casa si fa ambizioso e complesso: ci sembra doveroso provare a riprendere la moto di Marco il quale soffre visivamente la forzata (ma necessaria) separazione.
Questo complica il percorso ma gli amici o si danno una mano… o non sono amici… Quindi arrivati ad Innsbruck, Omar, Isacco, Marco ed io ci dirigiamo a Saint Moritz, dove arriveremo con un tempo non proprio bellissimo in serata.
La situazione sembra addirittura peggiore dell’andata, con previsioni pessime.
Intanto recuperata la moto ci ritroviamo in un distributore… Marco si guarda intorno smarrito,spaesato , confuso… intanto nevica sempre più…che fare? A quel punto Omar ha un lampo di genio: trova l’argomento convincente,incontestabile, in grado di mettere tutti d’accordo: " caro Marco, se cadi certamente provocherai danni a te e alla moto. Forse ti costa meno lasciare la moto qui e venire poi con un furgone o un carrello a recuperarla".
E’ fatta: Marco ha una motivazione ineccepibile per accettare il consiglio.
Allora mi precipito dalla "Madame" gestore della stazione di servizio. Spiego con garbo la scabrosa situazione e…come per magia ci viene concessa la possibilità di lasciare la moto "solo per qualche giorno".
Veniamo però sconsigliati di ripercorrere il Maloja per rientrare in Italia perché potrebbe essere stato già chiuso per il rischio di valanghe.
Optiamo per il Bernina. Iniziamo la salita in una dimensione fantastica, percorrendo la strada innevata nel buio pesto della sera, illuminata solo dai nostri fari e con pochissimo traffico. Il mio side va come un toro infuriato in questa notte dal sapore natalizio.
Davanti a me ancora meglio sale l’equipaggio "presidenziale", poi si inizia a sbandare da tutte le parti in una goduria fuoristradistica che non provavo più dai tempi dell’enduro con l’indimenticabile TT 600.
Mi diverto come un pazzo nel tentativo di controllare il veicolo, Marco mi guarda male ma appare tranquillo.
A poca distanza dal passo però i side mostrano il loro limite, proseguire così è impossibile , l’odore della frizione sconsiglia di insistere.
Personalmente avevo tutto il necessario per risolvere, anche se montare le catene non sarebbe stato rapido e comodissimo. Ma l’R 100 non essendo attrezzata ha suggerito di ritornare a Saint Moritz. Ripartiamo con andatura rapida nella speranza di trovare il Maloja ancora aperto, francamente aiutati dalla forza di gravità.
Tutto bene. Finalmente in Italia, ormai prossimi alle ore 22 ci scateniamo su una pizza ristoratrice. Ripartiamo verso Bergamo…dopo alcuni chilometri ho una crisi: il polso destro mi da dolori lancinanti, la schiena anche,le lenti a contatto mi bruciano gli occhi, non sopporto più il casco e mi sento la gola stretta…intanto continua a piovere fastidiosamente…mi fermo ad un distributore. Omar prosegue non vedendomi, ma poi telefona , ci spieghiamo e salutiamo.
Marco si spara una sigaretta preoccupato che io chieda il cambio…non ha mai guidato un sidecar…dieci minuti…tolgo le lenti in favore degli occhiali…mi rivesto… raggiunta l’autostrada avviene un miracolo: mi passa la stanchezza, il polso non più sollecitato da fermate e rotatorie duole meno… mi avvento quindi sul manubrio nell’esaltazione del viaggio lanciando il toro 1200 sidecarizzato a 125 Km/h (satellitare), sento di essere lucidissimo e… via come cavalieri nel vento della notte piovosa verso l’ormai vicino,caldo, e desiderato abbraccio delle nostre donne.
Intanto l’acqua entrando vittoriosa nei pantaloni e negli stivali ormai logorati dalle tante avventure disturba il piacere della guida…avanti…sempre avanti… Rovato,Brescia, Desenzano , ancora avanti con quel rombo simile ad un rutto eterno nelle orecchie… Giunto a casa, alle tre del lunedì ormai nascente, contento per essere arrivato, ma anche dispiaciuto per la fine del viaggio ho un pensiero verso tutti coloro che mi hanno aiutato, ora dovrò dimenticarmi delle moto e concentrarmi sulla mia schiena per un pezzo, ma sono commosso per essere riuscito a partecipare almeno ad uno dei tre raduni invernali che mi ero proposto.
Potete capire le mie lacrime di gioia?
Grazie,grazie,grazie.

Giuseppe





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